11 novembre al cinema con “L’ombra di Caravaggio”

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Tedua, dalla musica al cinema. Il rapper nato a Cogoleto interpreta Cecco nel film L’ombra di Caravaggio di Michele Placido.

Venerdì 11 novembre alle 20.30 al cinema America (via Colombo 11, tel. 010/4559703) la proiezione sarà preceduta dagli interventi dello storico dell’arte Giacomo Montanari e di Tedua, alias Mario Molinari, che parlerà della nuova esperienza sul set. L’incontro è moderato da Claudio Cabona, giornalista de «Il Secolo XIX» nonché autore del film La nuova scuola genovese. L’ombra di Caravaggio

I protagonisti di L’ombra di Caravaggio sono Riccardo Scamarcio nel ruolo di Michelangelo Merisi, vero nome di Caravaggio, Louis Garrel in quello di un investigatore che è la sua Ombra, Isabelle Huppert nei panni di Costanza Colonna, nobildonna che ha protetto il pittore fino agli ultimi giorni della sua vita tormentata.

In fuga da Roma, Caravaggio trascorse a Genova tre intense settimane, nel 1605.

 Il genio della luce fuggiva da Roma dopo aver ferito in piazza Navona il notaio Mariano Pasqualone e Genova, all’epoca potenza mondiale, gli irradiò attorno una rete di ispirazioni, committenze, di ammiratori collezionisti e, naturalmente, di artisti che ne colsero lo spirito. A Genova, nei Musei di Strada Nuova è conservato l’Ecce homo attribuito a Caravaggio, che si può ammirare a Palazzo Bianco.

L’ombra di Caravaggio, prodotto da Goldenart Production con Rai Cinema e distribuito da 01, è un racconto cinematografico nella cifra di Caravaggio che restituisce l’autenticità dell’artista con i suoi vizi e le sue virtù vissuti nella profonda e viscerale umanità, e allo stesso tempo la verità della sua epoca, con i suoi odori e sapori, lontano da ogni patina scolastica o accademica.

È la storia rivoluzionaria di un pittore terribilmente scomodo che in una Roma piena di spie filofrancesi o filospagnole raccoglieva per strada i suoi compagni di viaggio – ladri, prostitute, vagabondi – per farne soggetti e modelli dei suoi quadri, trasfigurati in santi, madonne e icone immortali. La visione del regista mette così a fuoco l’impenetrabile oscurità di un genio capace di illuminare il mondo con la sua arte e un individuo in lacerante conflitto con sé stesso.

Un racconto cinematografico in linea con l’urgenza di verità del pittore che durante un processo aveva apertamente e pubblicamente dichiarato: “Io cerco il vero”. Cecco, realmente esistito, era assistente e amico di Caravaggio, l’unico di cui poteva fidarsi, l’unico su cui ha sempre potuto contare.