44 anni senza Charlie Chaplin

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“L’uomo che più ha fatto ridere nella storia del cinema, un uomo che ha posto al centro della sua opera lo humor e l’umanità”. Così lo definiva Daniel Taradash, presidente dell’Academy, che consegnò nel 1972 l’Oscar onorario al leggendario attore londinese. Ad oggi sono 44 anni senza Charlie Chaplin, scomparso cinque anni dopo aver ricevuto uno dei riconoscimenti più importanti della sua carriera.

Pensare e ridere

Riconoscimento dovuto, ad un artista che ha reinventato la comicità, contaminandola con profonde tematiche non solo sociali, ma anche esistenziali. Il monello, Il grande Dittatore, Tempi Moderni: sono tutte pellicole imprescindibili della sua filmografia, e tutte sono pervase da una profonda conoscenza e sensibilità verso i bisogni dell’uomo collocato in fondo alla scala sociale. E contro le ingiustizie della catena di montaggio, come concetto fisico e filosofico.

Tutto questo facendo ridere, che rimane la caratteristica principe delle sue pellicole. Una comicità innata, che parte dalla sua prima infanzia. Figlio di una famiglia nomade, i suoi genitori erano artisti di varietà. Suo padre ebbe un discreto successo, demolito però dal vizio dell’alcol. Fin da piccolo venne messo in orfanotrofio per i problemi economici che la sua famiglia stava attraversando. La sua estrazione culturale e le vicissitudini che dovette affrontare sembrano la perfetta miscela per la nascita di Charlot il vagabondo, la sua maschera più famosa.

Una malinconica immagine di Charlot.

Maschera che lui stesso definiva così: “All’inizio Charlot simboleggiava un gagà londinese finito sul lastrico. All’inizio lo consideravo soltanto una figura satirica. Nella mia mente, i suoi indescrivibili pantaloni rappresentavano una rivolta contro le convenzioni, i suoi baffi la vanità dell’uomo, il cappello e il bastone erano tentativi di dignità, e i suoi scarponi gli impedimenti che lo intralciavano sempre”.

La scomparsa

La sua stella si spense nella notte di Natale del 1977. Chiese a sua moglie Oona, sua quarta compagna di vita, di lasciare aperta la porta della sua stanza, dove riposava ormai malato. Voleva sentire le note di Christmas Carol provenire dal piano inferiore. Con lui si sono spente varie caratteristiche tipiche della prima comicità novecentesca: dalla figura del mimo, fino al cinema comico muto. Un uomo e artista che ha vissuto la storia, ma l’ha anche fatta e subita. Dai messaggi di pacifismo, fino all’incontro con Ghandi, per arrivare alla condanna per antiamericanismo subita negli Stati Uniti, paese che lo ha ospitato e che gli girò le spalle in un periodo di assoluta paranoia collettiva durante gli anni del maccartismo. 44 anni senza Charlie Chaplin

La sua figura rimane immortale, andandosi ad affiancare ai grandi della Storia del cinema e non solo. La sua fama è trasversale e ancora oggi l’arte della comicità pura si basa sulle sue idee e invenzioni. Rendendo omaggio a un’icona mondiale.

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