Oggi vi parliamo di “Porco Rosso“, film d’animazione del 1992 del maestro Hayao Miyazaki. La pellicola narra la storia dell’italiano Marco Pagot detto Porco Rosso, aviatore della Regia Aeronautica. Sopravvissuto quasi per miracolo a una battaglia aerea durante la Prima Guerra Mondiale, a Marco rimarrà il viso sfregiato da un vistoso naso da maiale.
Alla fine del conflitto si trasferirà a vivere sulle coste della Dalmazia. Qui, con il suo idrovolante Savoia S.21 Rosso (da qui il soprannome), darà la caccia ai pirati dell’aria per guadagnare denaro. Questi chiameranno in causa Donald Curtis, leggendario pilota americano, che vorrà scontrarsi in battaglia per la supremazia dei cieli contro Porco Rosso. Che non avrà ancora fatto i conti con l’ascesa del regime fascista, che informato delle sue idee politiche avverse alla dittatura inizierà a dargli la caccia.
Qui sotto trovate una lista di cinque interessanti curiosità legate a questo capolavoro di Miyazaki. Il film immerge le proprie radici non solo nella grande passione del regista nei confronti dell’aviazione, ma anche nel genio ingegneristico italiano e in un certo tipo di made in Italy.
1. Porco Rosso non doveva essere un film
La pellicola, prodotta nell’ambito del leggendario Studio Ghibli (QUI delle bellissime cartoline dedicate), doveva essere un mediometraggio e non era prevista distribuzione nelle sale cinematografiche. Incredibilmente il primo luogo dove venne trasmesso il film, fu un volo di linea della Japan Airlines, principale finanziatrice del progetto. Successivamente lo Studio Ghibli si convinse della qualità del prodotto e permise allo stesso Miyazaki di ampliarlo, fino a trasformarlo in un vero lungometraggio che iniziò ad essere distribuito nei cinema di tutto il mondo. Fu decisivo il contesto mondiale dell’epoca: l’inizio degli anni 90′ e la guerra jugoslava alle porte dell’Europa convinsero i produttori che il messaggio del film sarebbe stato più che mai attuale.
2. Il nome del protagonista
Il protagonista del film è stato chiamato Marco Pagot in onore dei fratelli Toni e Nino Pagot, al secolo Antonio e Giovanni Pagotto. Animatori e fumettisti padri di Calimero e Grisù il draghetto. Fondatori del primo studio di animazione italiano, la Pagot Film nel 1938. Collaborarono con i leggendari produttori americani William Hanna e Joseph Barbera per la distribuzione di serie animate con protagonisti i loro personaggi. Lavorarono a stretto contatto con lo stesso Miyazaki nella produzione della serie animata anni 80 “Il fiuto di Sherlock Holmes“. Nino viene inoltre indicato come disegnatore capofila della scuola Disney italiana, insieme a Federico Pedrocchi, ideatore dei primi giornali di Paperino e Topolino in Italia.
3. Caro Ferrarin, meglio porco che fascista!
L’interlocutore a cui Porco Rosso rivolge questa iconica frase è un suo ex commilitone, tale Ferrarin, arruolatosi nell’aeronautica del regime fascista. Nonostante questo aiuta Marco Pagot in onore della loro vecchia amicizia. Il nome del personaggio è dedicato ad un aviatore italiano realmente esistito: Arturo Ferrarin. Aviatore esperto, conobbe la fama internazionale nell’anno 1920, per aver condotto il primo volo sulla tratta Roma – Tokyo. Centonove ore di viaggio e 18.000 km coperti lo fecero accogliere in Giappone come un eroe. I festeggiamenti per il suo arrivo durarono una settimana, consegnandolo non solo alla storia dell’aviazione ma anche alla cultura popolare giapponese.
4. Ghibli, ma non è lo Studio
Nella scena della riparazione dell’aereo, che Porco Rosso porta ad aggiustare direttamente dal suo costruttore, è contenuta una citazione che evidenzia quanto sia grande la passione di Miyazaki per il mondo degli aerei. Il titolare della “Piccolo S.p.A“, sita sul Gran Naviglio di Milano, insiste per sostituire il motore dell’aereo di Porco Rosso con un Folgore, prestante frutto ingegneristico degli anni venti. Su di esso si legge chiaramente la scritta Ghibli, che non è solo una citazione allo studio fondato dal regista. Anzi, è un riferimento alla nascita del nome dello Studio stesso, in quanto la scelta dell’appellativo proviene proprio da un motore di fattura italiana: il Caproni C.a. 309 Ghibli. Quando si dice “non pensare ad altro nella vita”.
5. I marchi “vintage”
Il film è ricolmo di marchi che portano lo spettatore agli anni trenta del novecento. Non è una novità per l’animazione quella di appropriarsi di marchi celebri per inserirli e caratterizzare il contesto dove si svolge la storia. In “Porco Rosso” sono numerosi e tendenzialmente tutti italiani. Ne elenchiamo alcuni che hanno destato la curiosità di molti: in primis un marchio molto simile a quello dell’Alfa Romeo è presente nella bottega dell’armaiolo. L’Alfa Romeo ha prodotto anche motori per aerei. Nell’officina della “Piccolo S.p.A” per qualche istante si vede un bidone con sopra la scritta “Dellorto“, azienda specializzata nella costruzione dei carburatori, fondata nel 1933 e tutt’oggi attiva sul mercato. Altro marchio presente nel film, sicuramente il meno “meccanico”, è quello del marsala Mineo, che Pagot sorseggia durante una cena all’Hotel Adriano. Attualmente il marchio fa parte del gruppo San Pellegrino, famoso produttore di bevande.
Vi è piaciuto l’articolo? Seguiteci e commentate sulle pagine Facebook e Instagram di SDAC Magazine e sulla nostra pagina SDAC, Scuola D’Arte Cinematografica. Qui sotto vi lasciamo i link di qualche prodotto che abbiamo acquistato qui in redazione e che vi consigliamo per approfondire il genio del Maestro Hayao Miyazaki e per ampliare la vostra collezione:
Blu Ray “Porco Rosso”, offerta a 8,49 €
Cofanetto con 14 film dello Studio Ghibli, oggetto da collezione. Euro 99,79
Kindle “Non capiterà di nuovo. Il cinema di Miyazaki Hayao”. Euro 4,99
Libro “Hayao Miyazaki. Un mondo incantato”. Euro 25,00
SDAC Magazine ha un’affiliazione con Amazon e ottiene un piccolo ricavo se decidete di acquistare prodotti o provare il servizio di streaming partendo dai link della pagina.
A.M.
Oggi vi parliamo di “Porco Rosso“, film d’animazione del 1992 del maestro Hayao Miyazaki. La pellicola narra la storia dell’italiano Marco Pagot detto Porco Rosso, aviatore della Regia Aeronautica. Sopravvissuto quasi per miracolo a una battaglia aerea durante la Prima Guerra Mondiale, a Marco rimarrà il viso sfregiato da un vistoso naso da maiale.
Alla fine del conflitto si trasferirà a vivere sulle coste della Dalmazia. Qui, con il suo idrovolante Savoia S.21 Rosso (da qui il soprannome), darà la caccia ai pirati dell’aria per guadagnare denaro. Questi chiameranno in causa Donald Curtis, leggendario pilota americano, che vorrà scontrarsi in battaglia per la supremazia dei cieli contro Porco Rosso. Che non avrà ancora fatto i conti con l’ascesa del regime fascista, che informato delle sue idee politiche avverse alla dittatura inizierà a dargli la caccia.
Qui sotto trovate una lista di cinque interessanti curiosità legate a questo capolavoro di Miyazaki. Il film immerge le proprie radici non solo nella grande passione del regista nei confronti dell’aviazione, ma anche nel genio ingegneristico italiano e in un certo tipo di made in Italy.
1. Porco Rosso non doveva essere un film
La pellicola, prodotta nell’ambito del leggendario Studio Ghibli (QUI delle bellissime cartoline dedicate), doveva essere un mediometraggio e non era prevista distribuzione nelle sale cinematografiche. Incredibilmente il primo luogo dove venne trasmesso il film, fu un volo di linea della Japan Airlines, principale finanziatrice del progetto. Successivamente lo Studio Ghibli si convinse della qualità del prodotto e permise allo stesso Miyazaki di ampliarlo, fino a trasformarlo in un vero lungometraggio che iniziò ad essere distribuito nei cinema di tutto il mondo. Fu decisivo il contesto mondiale dell’epoca: l’inizio degli anni 90′ e la guerra jugoslava alle porte dell’Europa convinsero i produttori che il messaggio del film sarebbe stato più che mai attuale.
2. Il nome del protagonista
Il protagonista del film è stato chiamato Marco Pagot in onore dei fratelli Toni e Nino Pagot, al secolo Antonio e Giovanni Pagotto. Animatori e fumettisti padri di Calimero e Grisù il draghetto. Fondatori del primo studio di animazione italiano, la Pagot Film nel 1938. Collaborarono con i leggendari produttori americani William Hanna e Joseph Barbera per la distribuzione di serie animate con protagonisti i loro personaggi. Lavorarono a stretto contatto con lo stesso Miyazaki nella produzione della serie animata anni 80 “Il fiuto di Sherlock Holmes“. Nino viene inoltre indicato come disegnatore capofila della scuola Disney italiana, insieme a Federico Pedrocchi, ideatore dei primi giornali di Paperino e Topolino in Italia.
3. Caro Ferrarin, meglio porco che fascista!
L’interlocutore a cui Porco Rosso rivolge questa iconica frase è un suo ex commilitone, tale Ferrarin, arruolatosi nell’aeronautica del regime fascista. Nonostante questo aiuta Marco Pagot in onore della loro vecchia amicizia. Il nome del personaggio è dedicato ad un aviatore italiano realmente esistito: Arturo Ferrarin. Aviatore esperto, conobbe la fama internazionale nell’anno 1920, per aver condotto il primo volo sulla tratta Roma – Tokyo. Centonove ore di viaggio e 18.000 km coperti lo fecero accogliere in Giappone come un eroe. I festeggiamenti per il suo arrivo durarono una settimana, consegnandolo non solo alla storia dell’aviazione ma anche alla cultura popolare giapponese.
4. Ghibli, ma non è lo Studio
Nella scena della riparazione dell’aereo, che Porco Rosso porta ad aggiustare direttamente dal suo costruttore, è contenuta una citazione che evidenzia quanto sia grande la passione di Miyazaki per il mondo degli aerei. Il titolare della “Piccolo S.p.A“, sita sul Gran Naviglio di Milano, insiste per sostituire il motore dell’aereo di Porco Rosso con un Folgore, prestante frutto ingegneristico degli anni venti. Su di esso si legge chiaramente la scritta Ghibli, che non è solo una citazione allo studio fondato dal regista. Anzi, è un riferimento alla nascita del nome dello Studio stesso, in quanto la scelta dell’appellativo proviene proprio da un motore di fattura italiana: il Caproni C.a. 309 Ghibli. Quando si dice “non pensare ad altro nella vita”.
5. I marchi “vintage”
Il film è ricolmo di marchi che portano lo spettatore agli anni trenta del novecento. Non è una novità per l’animazione quella di appropriarsi di marchi celebri per inserirli e caratterizzare il contesto dove si svolge la storia. In “Porco Rosso” sono numerosi e tendenzialmente tutti italiani. Ne elenchiamo alcuni che hanno destato la curiosità di molti: in primis un marchio molto simile a quello dell’Alfa Romeo è presente nella bottega dell’armaiolo. L’Alfa Romeo ha prodotto anche motori per aerei. Nell’officina della “Piccolo S.p.A” per qualche istante si vede un bidone con sopra la scritta “Dellorto“, azienda specializzata nella costruzione dei carburatori, fondata nel 1933 e tutt’oggi attiva sul mercato. Altro marchio presente nel film, sicuramente il meno “meccanico”, è quello del marsala Mineo, che Pagot sorseggia durante una cena all’Hotel Adriano. Attualmente il marchio fa parte del gruppo San Pellegrino, famoso produttore di bevande.
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Kindle “Non capiterà di nuovo. Il cinema di Miyazaki Hayao”. Euro 4,99
Libro “Hayao Miyazaki. Un mondo incantato”. Euro 25,00
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A.M.