Con la sua pettinatura bicolore, ribelle, esploratrice e artista eclettica, Agnès Varda ci ha lasciato l’anno scorso, il 29 marzo 2019, a 90 anni, ma il suo cinema ci accompagnerà per sempre ricordando come l’arte e la realtà siano dalla stessa parte e interagiscano sempre l’una con l’altra.
Agnès Varda, fotografa e cineasta, ha vissuto come ha voluto: senza paura e senza rimpianti, vedendo e documentando le rivoluzioni della sua epoca. Tale libertà nella vita si può riscontrare nella sua sfera artistica, in continua sperimentazione.
Agnès Varda è considerata la pioniera della Nouvelle Vague, unica donna nel club maschile accanto a Truffaut e Godard.
È nata a Ixelles (Belgio) nel 1928, ha debuttato come fotografa al Théatre National Populaire di Jean Vilar per poi segnare la sua carriera cinematografica con il film d’esordio “La Pointe-Courte” nel 1955, montato da Alain Resnais e con l’attore protagonista Philippe Noiret.
Da quel momento portò avanti un modo di fare cinema intimo e personale, e il più delle volte raccontò le complessità dell’animo femminile, per questo è stata definita spesso dalla critica la prima regista femminista. Alle donne e alle relazioni di coppia ha dedicato film come “Cléo de 5 à 7” (1962), “Le Bonheur” (1965), “Sans toit ni loi” (1985) con la giovanissima interprete protagonista, Sandrine Bonnaire.
Tre titoli che spaziano da un grande dolore vissuto in solitudine, all’idillio del quadro familiare distrutto per una passione esterna, fino alla scelta di vivere in totale libertà e secondo volontà ma sulla strada.
Agnès Varda con i suoi film non ha mai avuto timore di raccontare gioie e dolori, sfumature della vita, sempre con grande raffinatezza. Per la cineasta l’arte cinematografica è sempre stata collegata alla realtà, per questo nella sua filmografia non ha mai lasciato da parte il genere documentario. Ne sono un esempio i cortometraggi “Black Panthers” e “Mur Murs”, o la trilogia, “Jacquot de Nantes”, dedicata al regista e marito Jacques Demy, scomparso nel 1990. Nel 2000 ha rinnovato il successo tra il pubblico con il documentario “Les Glaneurs et la Glaneuse”.
Dal 2006 la cineasta si era lanciata anche nell’attività di artista visuale, proponendo le sue installazioni in diverse mostre d’arte contemporanea. Nel 2008 ha realizzato il docu-autobiografico “Les Plages d’Agnes”, per il quale ha ottenuto Le César du meilleur film documentaire.
È stata la prima donna regista nella storia del cinema a ricevere l’Oscar d’onore nel 2017 ed essere candidata all’Academy Award nello stesso anno con “Visages Villages”, uscito nelle sale il 15 marzo 2018 e distribuito dalla Cineteca di Bologna, da tempo impegnata con il suo laboratorio L’Immagine Ritrovata nel restauro dei film della cineasta, a partire proprio dal suo “La Pointe courte”.
Visages Villages è un documentario realizzato insieme allo street artist e fotografo francese JR a bordo del suo furgone-macchina fotografica. Insieme hanno attraversato la campagna francese, raggiungendo i luoghi più remoti alla ricerca di poesia, per far emergere voce e pensieri delle persone comuni incontrate durante il viaggio.
Visages Villages, racconta di foto, di visi, di villaggi, di incontri “affinché non si perdano nei meandri della mia memoria”, come la cineasta stessa ha affermato. Nel maggio 2018, la regista, insieme a Cate Blanchett, presidente di giuria del Festival di Cannes, e ad altre 80 donne cineaste, ha sfilato in silenzio sul tappeto rosso contro le discriminazioni delle donne nell’industria cinematografica.
Nel 2019 è stata applaudita alla Berlinale dove ha presentato il suo ultimo lavoro, “Varda par Agnès” l’autobiografia definitiva in forma di documentario che oggi assume a tutti gli effetti il ruolo di testamento visivo di una donna e artista eccezionale in cui gioia di vivere, umanità, analisi sociale e l’approccio ludico compongono la sua arte.
Per approfondire il CineVarda potete andare virtualmente alla Cineteca di Bologna, dove potrete trovare molto materiale dedicato alla cineasta ribelle, qui sotto troverete la Lezione di Cinema della Varda curata dalla Cineteca.
Prima di salutarvi, ecco per voi la chicca Vardagram!
Enjoy it!
Serena Musante