E’ proprio il caso di dire che il COVID-19 non lascia tregua a nessuno. Neppure a Cannes. Lunedì 13 Aprile 2020, il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha annunciato la cancellazione di tutte le manifestazioni artistiche fino alla metà di luglio. Mentre gli organizzatori stanno cercando in tutti i modi di portare avanti la 73esima edizione del Festival, le manifestazioni parallele al Festival hanno dichiarato, mercoledì 15 Aprile, il rinvio delle loro attività.
Anche la Quinzaine des Réalisateurs, la Semaine de la Critque et l’ACID non avranno luogo nel 2020. Tanti i film rinviati, tra quelli che sarebbero dovuti uscire in questi mesi, quelli in programma nei prossimi e quelli in lavorazione. Poche le eccezioni, come nel caso di “Dune” di Denis Villeneuve, che conferma la propria data d’uscita per il 2020.
Altri titoli hanno subito dei ritardi di svariati mesi, come “No Time To Die”, l’ultimo James Bond con protagonista Daniel Craig. Rimandato al 2021 invece “Fast & Furious 9”. Rinvii anche per i film d’animazione e i live action Disney, da “Mulan” a “Sing 2”, fino a “Soul”, della Pixar.
Non è possibile stabilire una precisa linea da seguire al momento. La speranza è quella di riuscire a proporre al pubblico una versione rimaneggiata della manifestazione, evitando l’annullamento ufficiale. Il direttore del Festival di Cannes, Thierry Frémaux, ha spiegato in un’intervista rilasciata a Variety, il modo in cui stanno confrontandosi con gli studios, i registi e i produttori per mantenere comunque il proprio ruolo chiave nella promozione del cinema internazionale, escludendo l’ipotesi di una versione in streaming. Se il marché du cinéma si svolgerà in versione virtuale, dunque, sembra improbabile che Cannes possa risorgere.
Al momento si ragiona su un possibile slittamento della manifestazione all’autunno 2020, nella speranza che, seppur in maniera limitata, si possa tornare a una certa normalità. Nel caso in cui il Festival dovesse essere del tutto cancellato, si potrebbe tentare la via di una collaborazione con il Festival di Venezia.
C’è stato un confronto tra Frémaux e Alberto Barbera, il direttore di Venezia 2020. Quest’ultimo è ovviamente preoccupato dalla situazione globale, che mette in dubbio anche la manifestazione italiana, tra le principali al mondo. Venezia è prevista per settembre 2020, anche se permangono molti dubbi. Le due organizzazioni potrebbero fondersi, creando un ibrido che eviti la cancellazione di uno dei due eventi. Non resta che attendere ulteriori risvolti sul futuro del Festival da casa sui nostri migliori schermi.
A seguire la classifica di dieci capolavori che vinsero la Palma d’oro, fatta da Mojo, non dimentichiamoci che l’anno scorso il prestigioso riconoscimento finì tra le mani di Bong Joon-Ho per il suo “Parasite”.
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Serena Musante