“Cattive acque” di Todd Haynes, si trovava in programmazione nelle sale dallo scorso febbraio distribuito da Eagle Pictures, ma il lockdown ha fatto sì che ancora oggi lo possiamo trovare nei cinema reali o virtuali e soprattutto sulle diverse piattaforme di streaming: Sky Primafila, Apple Tv, Chili, Google Play, Infinity, TimVision, Rakuten Tv, The Film Club, Miocinema, Cg Digital e nelle sale dei cinema di #iorestoinsala
Il film fa decisamente parte del filone legal-thriller, ispirato a una storia vera, quella dell’avvocato Robert Billot (Mark Ruffalo), che deciderà di rinunciare a una carriera sicura per diventare un avvocato ambientalista, affrontando uno scontro legale e non solo, con il colosso chimico DuPont (durato ben 19 anni).
Una battaglia non da poco se si considera che si trattava di rappresentare 70mila cittadini dell’Ohio e della Virginia, la cui acqua potabile era stata contaminata dallo sversamento incontrollato di PFOA (acido perfluorooctanico).
Tutto comincia il 6 gennaio 2016, quando il New York Times parla di Bilott, socio dello studio legale Taft Stettinius & Hollister LLP, che ha scoperto come una sostanza chimica stava contaminando da anni una comunità rurale.
Il film segue il ritmo di un horror: i Tennant, proprietari agricoli da generazioni, iniziano a perdere il bestiame. La loro pelle si riempie di lesioni, gli occhi si cerchiano di rosso, una bava bianca gocciola dalla bocca e i denti diventano neri. Convinto che la causa sia una fuoriuscita tossica dalla vicina discarica di Dry Run, dove l’impianto Washington Works di proprietà della DuPont scarica i suoi rifiuti, Wilbur Tennant, grazie anche al sostegno del suo superiore nello studio Tom Terp (Tim Robbins), prova per anni a ottenere inutilmente delle risposte.
Haynes parlando del suo film: “Quello che Mark Ruffalo non poteva sapere, è quanto io fossi un fan segreto di questo genere di film . Dubito di essere l’unico ad avere una così grande ammirazione per ‘la trilogia della paranoia’ degli anni ’70 di Alan Pakula (e Gordon Willis) – Una squillo per l’ispettore Klute, Perché un assassinio e Tutti gli uomini del Presidente – o per i film che sono seguiti nei decenni successivi, come Silkwood di Mike Nichols e Insider – Dietro la verità di Michael Mann. Ad attirarmi verso questo genere c’è sempre stato qualcosa, che va ben oltre lo scoprire come i potenti possano fare una brutta fine”.
E continua il regista: “In Cattive acque tutto si fonda sul personaggio di Rob Bilott, non-eroe per eccellenza, le cui idee sulle normali pratiche aziendali vengono ribaltate dalle sue scoperte sulla DuPont. Diffidente, imparziale e circospetto di natura, Bilott, come molte tipiche ‘talpe’, è già una figura solitaria quando inizia la storia. E come sempre accade l’isolamento, come un virus, s’insinua nell’evoluzione della storia, diffondendosi non solo a Wilbur Tennant, ma a tutti i diversi personaggi, intrecciando classi differenti, affliggendo la vita pubblica, la vita famigliare e, nella sua scia, la vita religiosa. La verità è che, pur avendo legami solidi, sfidare potenti gruppi d’interesse, finisce comunque con il creare isolamento, oltre a mettere in seria discussione facoltà e valori personali. Un film come Cattive Acque descrive – nei minimi dettagli – questo processo”.
Nel cast, oltre Ruffalo già interprete di due film di denuncia come ‘Foxcatcher – Una storia americana’ e ‘Il caso Spotlight’, troviamo Anne Hathaway (nel ruolo di sua moglie) e Bill Pullman.
Lo stile dato da Haynes al suo Cattive acque, rende nera e dark una storia reale che supera come spesso accade la fantasia, un film che obbliga il pubblico a una riflessione una presa di coscienza su quanto la grande industria in nome del profitto abbia distrutto l’ecosistema e causato la morte di molti uomini, ancora una volta un grido d’allarme ambientalista e civico; usciti dalle sale o rialzati dal divano, non ci resta che chiederci andrà tutto bene?
S.V.