“Ultimo Spettacolo – Il Cinema Nazionale: a Genova, sì, me lo ricordo”
documentario ideato e diretto da Fabio Giovinazzo con la collaborazione dell’attore e artista Andrea Benfante e del cantautore e rapper Mike fC Ferroni.
Produzione Nerofumo Prods & Actions
Interventi di: Nicoletta Tanghèri, Stefano Repetto, Claudia Benassi, Mauro Pirovano, Rita Pesce con Renata Marchelli e Giovanni Zai, Roberto D’Avolio, Lino Cantoni, Carlo Denei, Alessandra Fabbri, Giordano Bruschi e Claudio Serra.
Fabio Giovinazzo ci racconta in anteprima di più sul suo nuovo progetto filmico:
A rigor di logica temporale non ho mai avuto modo di frequentare il cinema Nazionale che
chiuse ancor prima che io nascessi. Tuttavia appena l’ho scoperto la sua dirompente forza
immaginifica ha iniziato ad alimentare dentro di me un qualcosa – che forse già esisteva – e che piano piano si è trasformata in una specie di ossessione. E mi sono informato ed appassionato alla sua storia.
Quindi gli anni Trenta, il fatto che fu il primo cinema a nascere nella vallata, il suo essere luogo di ritrovo per vivere momenti spensierati in un’epoca dove i divertimenti e i passatempi erano dicerto più semplici. Poi gli anni Settanta con la chiusura e il suo trasformarsi in una ferita in grado di far sanguinare il cuore di coloro che oggi ne stanno piangendo lo stato di degrado e di abbandono.
In definitiva uno spazio che ha rappresentato gli anni che vanno dal dopoguerra agli anni
Settanta. Anni di cambiamenti e contaminazioni culturali. Di crescita economica e
trasformazione sociale. Di passaggio da una civiltà contadina ad una industriale. Di
immigrazione e integrazione. Di cambiamenti socio-economici. Quindi dell’attenuarsi del
miracolo economico italiano, degli effetti della guerra fredda, gli anni di piombo, il pre-annuncio della globalizzazione.
L’idea è nata da una sfida che mi sono fatto e posto ad un certo punto ovvero raccontare il
cinema Nazionale senza cedere ad una rovina che pare non avere confini morali e sociali quindi i ricordi sotto forma di unico ed esclusivo riconoscimento.
Un lavoro di analisi sociale in forma cinematografica che fa emergere una ben precisa
documentazione storica dalle schermaglie immaginifiche della memoria, quindi un modo per raccontare il territorio con uno stile proprio e senza retorica.
Tante e diverse le testimonianze raccolte: dal semplice affezionato che portava la famiglia ogni domenica alle proiezioni, al famoso partigiano Giordano “Giotto” Bruschi, dalla signora che da ragazzina abitava in un appartamento dentro la struttura, al fu presidente del Municipio IV Media Val Bisagno Roberto D’Avolio. Molti coloro che hanno voluto prestare volto e parola per raccontare quello che ha rappresentato questo cinema-teatro, ora finalmente acquistato dal Comune di Genova.
Quello emerso da questo intenso viaggio tra la gente di Molassana è sempre la volontà di
riprendersi quel luogo, non soltanto per le possibilità che a livello culturale e sociale il Nazionale può offrire al quartiere, ma anche e soprattutto per quel sentimento di libertà, di voglia di sognare e, infine, di bellezza che tale struttura evoca. Io stesso ne sono testimone: benché abbandonato all’incuria, ne sono stato ispirato e ho voluto farlo rivivere con la mia arte.