“Fellini con i suoi film, per me, è come Michelangelo che ha dipinto la Cappella Sistina. […] Naturalmente Fellini è il più grande artista che esista”. Così affermò Charles Schulz durante un’intervista rilasciata a Vincenzo Mollica sull’attività di fumettista del cineasta.
Sì, Federico Fellini accompagnò la sua attività di sceneggiatore, regista e scrittore a quella di disegnatore professionista. Infatti, prima ancora di scrivere una sceneggiatura, Fellini partiva da uno schizzo per costruire il soggetto dell’intero film. Il suo stile poliedrico, definito “felliniano” o “fellinesque”, si riscontra nella dimensione onirica, di avventura, di introspezione, di sospensione e di paradosso all’interno dei suoi capolavori più celebri come: “La strada”, “La dolce vita”, “8½”, “Amarcord”, “Le notti di Cabiria”.
“Nulla si sa, tutto si immagina“: le parole d’ordine del suo fantarealismo.
Cento anni fa, il 20 Gennaio 1920, a Rimini nasceva Federico Fellini, il poeta visionario, fino ad oggi citato e stimato dai cineasti di tutto il mondo. Fellini, dalla forte intelligenza e creatività, ha infranto le convinzioni, ha esplorato l’inconscio e l’immaginazione, ha portato sullo schermo ricordi, nostalgie, paure e ossessioni, propri degli esseri umani. Ha raccontato e anticipato le trasformazioni del nostro tempo.
Un compleanno lungo un anno, a cui è stata dedicata una stupenda mostra che oggi per aiutarci a superare questo periodo di quarantena viene riproposta come mostra on line , che possiamo visitare dal divano: “Fellini 100 Genio Immortale” .
Il tour virtuale, realizzato da Visit Rimini e da Studio Azzurro, si svolge all’interno delle sale di Castel Sismondo, parte della sede futura del Museo Internazionale Federico Fellini, accompagnati dal racconto del curatore Marco Bertozzi. Il percorso è scandito in tre sessioni: la storia d’Italia attraverso l’immaginario dei film di Fellini; il racconto dei compagni di viaggio del regista, amici, collaboratori, come Marcello Mastroianni, il suo alter ego per eccellenza; infine, la presentazione del progetto del Museo dedicato al cineasta.
All’inizio della “visita”, lo spettatore viene proiettato nella Roma bohémienne di Marcello e Anita, nella celebre scena della Fontana di Trevi de “La dolce vita”. Successivamente, ci si ritrova nella ricostruzione dell’interno del Cinema Fulgor, un luogo tanto caro al regista nei suoi ricordi d’infanzia da farlo rivivere nei suoi capolavori.
Poi si procede verso le stanze con pannelli dei primi piani di volti di artisti e scrittori dell’universo felliniano. In questa passeggiata virtuale, il viaggiatore sperimenta l’incontro ravvicinato dell’immaginario del Maestro presentato dal materiale inedito dei taccuini originali sui quali Nino Rota appuntava le indicazioni di Fellini sulla musica da comporre per le scene dei suoi film; la prima stesura della sceneggiatura di “Amarcord”, in origine intitolato “Il borgo”; la sceneggiatura di “8½”, proprietà di Lina Wertmuller, assistente alla regia di Fellini in quel film. E non poteva mancare la stanza dei costumi, realizzati per i film “Roma” e “Casanova”, per i quali lo scenografo Danilo Donati ottenne l’Oscar. Per “Casanova” sono esposti documenti d’archivio provenienti dalla Fondazione Fellini di Sion, come il primo ciak, piano di lavorazione e sceneggiatura. E ancora, la stanza dell’inconscio del regista racchiuso tra disegni e appunti ne “Il libro dei sogni”.
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Serena Musante