Si alza dal Friuli Venezia Giulia un grido disperato in cerca di appigli, la crisi che si abbatterà sul Cinema e le arti visive in generale sarà durissima, c’è bisogno di un sostegno al settore ma soprattutto di un piano che gestisca la fase di ripartenza o meglio di ricostruzione della filiera.
Intervistato da IlFriuli.it, il presidente della FVG Film Commision, Federico Poilucci, si lascia andare ad amare quanto realistiche considerazioni.
“Si legge da più parti che, in ottica ripartenza, la cultura è considerata fondamentale. Di questa acquisita consapevolezza non possiamo che compiacerci. Quasi tutte le dichiarazioni però si focalizzano su musei, concerti, spettacoli dal vivo, teatro, cinema inteso come sala; ovviamente sarà una sfida importante trovare nuove modalità di fruizione anche in tutti questi settori. Ma se guardiamo alla cultura in senso ampio, intesa come entertainment, non possiamo non notare che qualcosa come il 90% della fruizione culturale di massa (al netto dell’ascolto della musica) passa attraverso quella scatola che abbiamo a casa che si chiama televisione, e i suoi device surrogati: film, fiction, documentari, serie tv, format di vario tipo (più gli eventi sportivi trasmessi live, che sono parimenti fondamentali sia economicamente che socialmente). Ora, questi prodotti non crescono sugli alberi, ma sono il frutto di una complessa filiera industriale che, solo in Italia, conta più di 100.000 occupati diretti (senza tener conto dell’indotto). Da varie piattaforme, infatti, già arriva l’allarme per la incombente mancanza di contenuti da mettere in onda. Tutto questo per dire che, se davvero crediamo che la cultura e l’intrattenimento siano un pilastro fondamentale della nostra società sotto vari aspetti, l’urgenza è capire se e come potremo tornare a produrre contenuti, girare un film, stare su un set in maniera Covid compatibile”.
E continua: “siamo consci che sia un passaggio molto delicato proprio per la natura di questo lavoro, ci sono tavoli nazionali che iniziano ad occuparsene, ma è una assoluta priorità. Pur con compromessi sia dal punto di vista narrativo (meno scene di massa? Meno location esterne?), che produttivo (dispositivi sanitari per quei reparti, come trucco e costumi, che non possono mantenere la distanza? Estensione dell’orario di lavoro? Set blindati e con presenza di un medico? Test quotidiani per verificare condizioni sierologiche di troupe e attori? Tecnici e maestranze “in isolamento” per l’intera durata delle riprese? Protocolli per i fornitori esterni?), vanno assolutamente trovate delle soluzioni. Perché sennò sarà molto bello poter tornare al cinema o invitare gli amici a casa a vedere un film; ma guarderemo solo le repliche”.
Ringraziamo il Presidente della Friuli Venezia Giulia Film Commission, Poilucci, per le sue chiare e inequivocabili dichiarazioni, che sottoscriviamo in toto, accodandoci al suo pensiero.
Redazione SDAC Magazine