In questo periodo estivo , di vacanze e di mare, per molti era normale imboccare l’autostrada e dirigersi verso le località della Liguria.

Ma ultimamente, per diversi motivi, per raggiungere o uscire dalla nostra amata regione si devono affrontare diverse ore di coda.

Anche se siamo solo un magazine di cinema, questa volta non possiamo fare a meno di sconfinare nella cronaca per riportarvi la scabrosa e paradossale situazione in cui versano le strade nella nostra regione.

Il parossismo kafkiano, dell’assedio/isolamento a cui è sottoposta Genova e la Liguria intera, fa parte di questi tempi, in cui tante cose che pensavamo non potessero mai accadere continuano a verificarsi.

Ed ecco che anche in questo caso ci viene in aiuto il cinema, che rappresenta un’enorme archivio di sapere e riflessioni sempre a nostra disponibilità.

Il film L’ingorgo – Una storia impossibile  di Luigi Comencini del 1978, presentato poi nel ’79 a Cannes, ci mostra come uno spaventoso ingorgo di 36 ore, porta la gente che lo vive (subisce) a trasformarsi, in principio i protagonisti (numerosi) sono solidali e cercano in modo più o meno dignitoso di mantenere la propria umanità, anche se messi a dura prova dalla situazione, ma poi…

Il marito che sopporta il tradimento palese della moglie, quattro uomini qualunque che assistono a uno stupro senza fiatare, la ragazza vittima della violenza che sogna la libertà, il suo vicino di ingorgo, che verrà malmenato nel tentativo di difenderla, il padre che vuole spingere la figlia incinta all’aborto, l’operaio disperato che “offre” la moglie all’attore famoso nella speranza di un posto a Cinecittà, i giovani di famiglia bene, smargiassi e violenti, l’avvocato e il rapporto servile con il suo collaboratore e molto altro.

Un racconto corale, in cui le storie si incrociano e si confondono mostrandoci la meschinità umana, l’incapacità di fare la giusta scelta, e così assistiamo al ritratto di una società borghese e consumistica lanciata verso il baratro, ma non ad alta velocità, paradossalmente è proprio la stasi dell’ingorgo che innescherà l’autodistruzione.

Quando la viabilità sarà ripristinata dall’intervento dell’esercito, tutto più o meno tornerà come prima?

Un film a tratti surreale e anomalo, rispetto alla produzione di Comencini, che nella sua carriera ha affrontato altri temi e non ha mai aspirato ad essere un regista apocalittico.

Una produzione italo-franco-spagnola che ci regala un ricchissimo cast, dal giovane Depardieu fino a Mastroianni, Sordi, Annie Girardot, Stefania Sandrelli, Ciccio Ingrassia, Ugo Tognazzi e molti altri.

E mentre scrivo quest’articolo bloccato su di un viadotto da qualche parte tra Arenzano e Voltri vi saluto con dei versi, per niente estemporanei, del grande De Andrè: “mentre il cuore d’Italia, da Palermo ad Aosta, si gonfiava in un coro, di vibrante protesta” (La domenica delle salme).

Vi consiglio la visione di questo film cult degli anni ’70, che troverete in versione integrale, subito qui sotto.

S.V.

ISCRIZIONI APERTE ALLA SDAC, SCOPRI DI PIU’ SU SDAC.itFBINSTAGRAM e YOUTUBE.