In tempi di cinema chiusi e di festival e concorsi che timidamente si affacciano sullo streaming, c’è un’opera indipendente che piano piano si sta facendo sempre di più notare. Sta portando il suo titolo sulla bocca di quanti più spettatori possibili: “La Napoli di mio padre”. Regia, soggetto e sceneggiatura sono della giornalista Alessia Bottone, un’instancabile ragazza di Verona, laureata, che investe il suo tempo nello studio, completando corsi, master, e interessandosi di temi sociali e sensibili, partendo da storie e argomenti che sanno coinvolgere il pubblico.
L’idea dell’autrice e giornalista Alessia Bottone è stata quella di condividere l’immagine vera e personale che l’ha colpita qualche anno prima. Osservare una tranquilla passeggiata tra suo fratello e il padre. La fresca mente dell’autrice, già sensibile ai diritti umani e ai problemi sociali, ha inserito quell’immagine in un contesto di memoria, di condivisione. Con l’obiettivo di coinvolgere il pubblico ponendolo, praticamente, come protagonista. La regista vince elaborando e inserendo esclusivamente immagini d’archivio, ottenute dall’Istituto Luce e dall’Aamod, in cui si vedono immagini degli anni Sessanta e Settanta. Di Napoli e anche di altre grandi città italiane. Il montaggio, realizzato da Martina Dalla Mura con la supervisione della regista, mostra immagini d’archivio in una sequenza emozionante e fresca, sostenuta dalla splendida voce di Valentina Bellè, voluta appositamente dalla Bottone.
Il grande successo di critica

Il film sta raccogliendo successo e sempre più visibilità grazie a numerosi festival dove la regista ha deciso di mandarlo in concorso. Nella sezione documentari, è vincitore del Coffi Film Festival CortOglobo di Vietri sul Mare, del dicembre 2020. A Roma al “Film Corto” del dicembre 2020 ha ottenuto una Menzione Speciale dalla Direzione Artistica. È vincitore della Sezione “Human Rights Youth” del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, 28 novembre 2020 e vincitore del Trofeo di Categoria “Discovery Campania” alla 74esima edizione del Salerno Film Festival, dicembre 2020. Inoltre ha vinto due premi al Festival Filoteo Alberini: Miglior Montaggio e Miglior Sceneggiatura, il Premio Miglior Film al Festival Ethnos e la Menzione Speciale al Bellaria Film Festival.
Selezionato anche in Brasile al Festival FriCine di Rio de Janeiro 2021, in Spagna al Festival Etnografica 2020, finalista al Matera Film Festival 2020, al Sedicicorto Film Festival, al Sign of the Nuit di Bangkok luglio 2020, Free Aquila Film Festival di Roma, al Festival Corto Dino de Laurentiis del novembre 2020, selezionato al Festival Via dei Corti gennaio 2021, Varese Film Festival 2020 e alla 42esima edizione del Festival Cinema e Donne di Firenze. La regista e produttrice del film ha confessato la propria intensa dedizione alla distribuzione e alla pubblicità del film. È stato un piacere incontrare Alessia a Cineclub Dinegro di Genova, dove ha portato il film ed è stato accolto con molta positività. C’è già un nuovo film in cantiere. Questa volta si abbandona la forma del documentario poiché la dinamica regista vorrebbe evolvere il suo stile e questa volta dirigere un film fiction.