Proiettato alle ore 21 il 30 aprile al cinema Nickelodeon di Via della Consolazione a Genova, “L’anima nel ventre”, il film documentario sperimentale di Fabio Giovinazzo, ha abbagliato il pubblico. In sala era presente il poeta genovese Claudio Pozzani, coautore del film e ispiratore dell’idea che è stata portata sul grande schermo.
Si spengono le luci e comincia il viaggio. I tableaux vivants si aprono e cominciano a narrare, a suggerire emozioni e ravvivandone altre. Dimenticatevi dialoghi e facile e narrazione, i film di Giovinazzo solleticano il profondo io personale dello spettatore che con un minimo di sforzo deve avvicinarsi e confrontarsi con le immagini e la poetica del film.
Animali e uomini, natura e artificio, vita e morte, il contrasto e gli opposti si amalgamano in un vortice di paure e difficoltà che però, essendo in salvo accomodati sulle poltrone, possiamo affrontare col nostro sguardo, concentrando tutta la ragione e controllo possibile in esso. Il regista gioca con le metapoesie e le stesse, raccontate e lette durante il film, vengono ancor di più aperte e sviscerate dallo stesso Pozzani, che interviene nella loro lettura di fronte a un pubblico caldo, temprato dalle immagini e dall’atmosfera incalzante data da un’artisticamente geometrica considerazione del ritmo, dei suoni, delle performance meccaniche e umane, dalla colonna sonora.
Nessun giudizio o dichiarazione, solo apertura e ascolto. Giovinazzo non vuole colpire lo spettatore e choccarlo ma presentargli tutti i lati di quel poliedro irregolare che è la realtà.
Grazie alla collaborazione del regista con Claudio Pozzani, al film hanno lavorato Ornella Schneider, Stefano Agnini e Massimo Sannelli per la musica elettronica.
Fabio Giovinazzo è un giovane artista instancabile, sempre in fase di scrittura e sperimentazione, che stimola al pensiero e all’apertura del proprio sguardo a ciò che ci circonda. Insieme a Claudio Pozzani, direttore del Festival della poesia da molti anni, artista e poeta, ambasciatore della poesia italiana nel mondo, hanno costruito una poesia un po’ più grossa: una nuova opera che oltre a far pensare, riflettere e ottenere nuove domande per costruirci nuovi percorsi e obbiettivi, possa fare un po’ di chiarezza sulla nostra vera natura e poi accettarla.