un articolo di Rosalba Vangelista
“Ci hanno tolto anche il sacrosanto dolore di pancia… le cosiddette pene d’amore!”
Francesco e Carlo sono due dodicenni che, in un pomeriggio del 1986, si divertono a creare degli “audioremix” con pezzi di televendite e film per adulti. Questa bella amicizia adolescenziale viene bruscamente interrotta dall’arrivo della madre di Carlo che, adirata, li interrompe e li separa.
Trent’anni dopo, Francesco (Riccardo Camilli), ormai quarantaduenne è in piena crisi: sua moglie lo ha lasciato, la figlia non ha stima di lui e, come se non bastasse, viene licenziato dal suo ruolo di insegnante.
Non se la passa meglio il vecchio amico Carlo (Claudio Camilli), depresso da anni, sociopatico e chiuso in casa con la madre. Il lungometraggio racconta la vita, le paure e la fragilità di una generazione che deve fare i conti con l’ormai “sterile” quotidiano.
Francesco, sull’orlo della depressione, vuole buttarsi nel Tevere ma la voce di se stesso da bambino, che proviene dal mangianastri della sua auto, lo fermerà. È quella cassetta registrata con gli “audioremix” trent’anni prima insieme al suo amico Carlo a salvargli la vita.
Una storia che analizza e ci fa vivere i dolori di una generazione che combatte tra le occasioni perdute e le preoccupazioni, tanto da aver dimenticato anche le cosiddette pene d’amore, i dolori di pancia come dice lo stesso Francesco in un momento del film. A ricordarci che, a volte, anche un dolore (se genuino come l’amore) è meglio del vuoto che questa generazione sente più di altre, perché cresciuta tra sogni e speranze e diventata adulta in un contesto disilluso e difficile.

Girato con basso budget, Peggio per me è una commedia dolce e amara, che riesce con maestria e semplicità a raccontarci la storia di un’intera generazione tra poesia e nostalgia, toccando le corde della nostra quotidianità.
Riccardo Camilli che in questo lungometraggio è attore, sceneggiatore, regista e montatore dello stesso ci regala un gioiello del cinema indipendente.
Un film genuino e al tempo stesso magico, potente nei dialoghi, nei personaggi e nella recitazione.
Riccardo Camilli (Francesco), il fratello Claudio Camilli (Carlo), e la giovanissima Marianna Pistilli nella parte della figlia di Francesco insieme a tutto il cast danno prova di grande recitazione. Un’interpretazione brillante e spontanea, con dialoghi veri e reali. Cosa non così scontata in un’opera prima.
Con la sua scrittura e regia Camilli ci ricorda quanto sia vitale, per ognuno di noi, mantenere vivo il bambino che siamo stati perché, al contrario di molti adulti, capace di emozionarsi ancora per le cose semplici e provare “quel mal di pancia” che ci fa sentire vivi.