La SDAC alla serata di proiezione del film Sulla mia pelle con il regista Alessio Cremonini e l’attrice protagonista Jasmine Trinca.
Sabato 15 settembre 2018 si è svolta, presso il cinema Ariston di Genova, la proiezione del film Sulla mia pelle riguardante gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi. Dopo la visione della suddetta pellicola, il regista Alessio Cremonini e l’attrice principale Jasmine Trinca, ospiti della serata, si sono fermati per un breve, ma allo stesso tempo corposo, dialogo con il pubblico. Le domande che sono scaturite da questo incontro hanno portato tutti gli spettatori ad una riflessione ancora più profonda di ciò che era stato visto sul grande schermo. Il regista, infatti ha spiegato alcuni retroscena, come ad esempio, la documentazione per scrivere il film stesso, durante la quale sono state lette e analizzate le 10000 pagine di verbali che riguardano il caso Cucchi.

Inoltre si è anche sottolineato il fatto di quanto possa essere importante vedere un film del genere non solamente a casa, ma in un cinema, posto nel quale una comunità si ritrova e condivide, in una funzione quasi catartica, una tragedia comune. Il film è una vicenda che ha scosso gli animi non solo del pubblico ma di chi il film l’ha vissuto in prima persona. Infatti l’attrice Jasmine Trinca ha affermato che per interpretare la sorella di Stefano Cucchi, ha voluto evitare il più possibile le tecniche recitative appartenenti all’Actor Studio per non mimetizzarsi dietro un ruolo, ma per dare la sua più sincera interpretazione del personaggio anche per il profondo rispetto nei confronti della vera Ilaria Cucchi. Durante l’incontro più si andava a fondo nelle tematiche del film, meno le domande venivano fatte, le persone cominciavano a guardarsi l’una con l’altra, come se volessero rassicurarsi di provare lo stesso tipo di emozioni, la medesima tensione.

Un paio di spettatori, come per liberarsi da un peso, hanno alzato la mano solo per ringraziare regista e attrice del lavoro svolto, senza fare altre domande. Uno degli ultimi interventi, forse quello più significativo, è stato quello di un uomo che ha chiesto esplicitamente se si potesse con un altro film trattare la morte di Carlo Giuliani, altro episodio di cronaca ancora pieno di ombre e dubbi. Per quanto questa domanda abbia portato alcuni in sala ad avere delle facce dubbiose, si è capito come Sulla mia pelle non sia stato solo un film a sé, quanto una ventata di aria nuova per il cinema italiano che cerca, e deve, sondare anche le parti più scomode e oscure della nostra storia.
La serata si è conclusa con un lungo applauso che è stato come un respiro per tutti, racchiudeva le emozioni che tutta la sala aveva passato in quelle due ore, unita alla certezza e convinzione che il cinema abbia ancora il potere di riuscire a raccontare un certo tipo di episodi ridandogli la dignità storica e sociale che meritano.