
Compie gli anni oggi uno dei registi più amati del cinema contemporaneo. Una personalità complessa, per un cinema surreale, introspettivo, eclettico. Parliamo di David Lynch, che oggi spenge 75 candeline. Il regista originario di Missoula nel Montana ci ha regalato pellicole immortali, un nuovo modo di ideare le serie tv e un sacco di aneddoti sulla sua personalità e sul suo modo particolare di intendere il cinema.
Il successo vero gli arriva con “Elephant Man” (1980), la trasposizione cinematografica della storia di Joseph Merrick, cittadino britannico affetto da una rara malattia che gli causò varie deformazioni corporali. Il film ricevette 8 candidature agli Oscar (non vincendone nemmeno uno) e fornendo a Lynch una certa credibilità nel sistema cinema americano. Questa credibilità venne rasa parzialmente al suolo dal film “Dune” del 1984: film fantascientifico tratto dall’omonimo romanzo di Frank Herbert. La pellicola venne letteralmente massacrata dalla critica e perse 15 milioni di dollari, spesi nella produzione e mai recuperati al botteghino.
La ripartenza e l’inizio di una carriera iconica
Nonostante la depressione nella quale la cattiva sorte di “Dune” lo aveva scagliato, Lynch trovò la determinazione per rimettersi in gioco, scrivendo “Velluto blu” (1984) e affidando il ruolo di protagonista a quello che diverrà il suo attore “feticcio”: Kyle MacLachlan. In “Velluto Blu” Lynch ritrova se stesso e la volontà di raccontarsi. Di raccontare i luoghi dove è nato e cresciuto, di dare sfogo alle proprie visioni, alle ambientazioni che fino a quel momento vivevano solo nella sua immaginazione. “Velluto blu” è il punto di partenza di uno stile registico e visivo particolare, onirico, che Lynch si porterà dietro per tutta la carriera.
Successivamente gira “Cuore Selvaggio” (1990) con Nicholas Cage e Laura Dern, film che gli varrà la Palma D’Oro al Festival di Cannes. Lo stesso anno Lynch incontra lo sceneggiatore Mark Frost. Incontro dalla quale nascerà la serie cult “I segreti di Twin Peaks”, che porterà il regista ad essere conosciuto da un pubblico trasversale, cinematografico e televisivo. La serie sarà fonte di ispirazione per molti prodotti televisivi successivi degli anni 90′, ridefinendo i canoni dei “telefilm” di allora.
La carriera di Lynch continuerà lontano dal piccolo schermo. Il suo ritorno in sala cinematografica sarà segnato da “Strade perdute” (1997), oscuro thriller psicologico con protagonista Bill Pullman, e successivamente da “Mulholland Drive” (2001), surreale e onirico neo-noir con protagoniste Naomi Watts e Laura Harring. L’ultimo lungometraggio in cabina di regia è stato il fantasioso e inquietante “Inland empire“, risalente al 2006. Nel 2017 esce la nuova serie “Twin Peaks“, 26 anni dopo l’uscita delle prime due serie. Nel 2020 viene premiato con il Premio Oscar alla carriera.
Auguri Maestro!