Oggi parliamo di Luis Buñuel, regista preso spesso poco in considerazione rispetto alla potenza comunicativa dei suoi film. Spagnolo, nasce a Calanda il 22 febbraio del 1900. Esordisce nel mondo del cinema con il cortometraggio “Un chien andalou – Un cane andaluso” (1929), caratterizzato da penetranti e innovative sequenze surreali (e che potete aggiungere alla vostra collezione cliccando QUI). Dopo gli esordi surrealisti, corroborati dall’ambiente culturale frequentato dallo stesso Buñuel, il regista iniziò a concentrarsi su tematiche che diverranno i suo cavalli di battaglia: il sesso, e la critica anti borghese e anti clericale. Qui di seguito tre curiosità sui suoi film e sulla sua persona, sicuramente non convenzionale.
1. Luis Buñuel è stato condannato dalla giustizia italiana
Come dicevamo, Buñuel ha fatto dell’anti clericalismo uno dei temi fondanti delle sue opere, che ha trovato probabilmente il suo climax con il film “Viridiana” (1960). La pellicola racconta le vicende legate a una giovane ragazza che sta prendendo i voti per diventare suora. Durante il suo percorso di noviziato viene mandata dalla Madre Superiore a trovare lo zio, unico suo parente ancora in vita. Questo incontro sancirà l’inizio di una serie di vicende, dove sesso, tabù, differenze sociali e religione si mischiano, raggiungendo il culmine in scene particolarmente spinte e blasfeme. Il film venne distribuito anche in Italia. Iil giornale del Vaticano, l’Osservatore Romano, si infuriò per la diffusione della pellicola, protestando e chiedendo la condanna del regista. In seguito all’esposto Buñuel venne condannato in contumacia per il reato di “vilipendio alla religione di stato“. Divenendo un pregiudicato agli occhi della giustizia italiana. Il DVD dell’iconico e blasfemo “Viridiana” potete trovarlo a buon prezzo cliccando QUI.
2. I film “Le chien andalou” e “L’âge d’or” li ha scritti con Salvador Dalì
Oltre a poter vantare amicizie con personaggi e artisti del calibro di Federico Garcia Lorca e Rafael Alberti, Luis Buñuel ha fatto inoltre parte dell’iconico movimento surrealista che ha scosso e ribaltato il mondo dell’arte durante buona parte del ventesimo secolo. In questo ambito è entrato in contatto con uno dei geni più iconici di questa corrente artistica: Salvador Dalì. Con lui scriverà la sceneggiatura dei film sopracitati, nel primo caso partendo da zero e in “L’âge d’or” basandosi su degli scritti del Marchese De Sade. Buñuel, Dalì, De Sade: un dream team per un film sicuramente d’impatto!
3. L’odio per il successo e la vittoria dell’Oscar con “Il fascino discreto della borghesia”
Nel 1973 Buñuel vince l’Oscar al miglior film straniero alla seconda nomination (dopo quella del 1970 per “Tristana“). Lo vinse con “Il fascino discreto della borghesia“, film che riunisce nella maniera migliore edequilibrata i temi cari a Buñuel. Il regista ebbe per tutta la sua carriera un rapporto difficile con il successo. Spesso intravedeva nel mondo del cinema tratti e dinamiche comuni a quello borghese, che lui criticava fortemente nelle sue opere. Nonostante questo accettò il maggior riconoscimento in campo cinematografico, dichiarando però: “Nulla mi disgusta moralmente più di vincere un Oscar“. Se non ci credete, potrete vedere la sua espressione durante la consegna del premio nel video qui di seguito:
Se vi sono piaciute queste curiosità continuate a seguirci sulle pagine facebook dello SDAC Magazine e della SDAC. Qui di seguito vi lasciamo qualche piccolo consiglio per gli acquisti, selezionati dalla nostra direzione. Un modo per approfondire il cinema di Buñuel ed ampliare la propria collezione di film:
Collezione Luis Buñuel: “Tristana“, “Nazarin“, “Los Olvidados“.
Luis Buñuel Collection: 3 BOX, 8 DVD
A.M.
Oggi parliamo di Luis Buñuel, regista preso spesso poco in considerazione rispetto alla potenza comunicativa dei suoi film. Spagnolo, nasce a Calanda il 22 febbraio del 1900. Esordisce nel mondo del cinema con il cortometraggio “Un chien andalou – Un cane andaluso” (1929), caratterizzato da penetranti e innovative sequenze surreali (e che potete aggiungere alla vostra collezione cliccando QUI). Dopo gli esordi surrealisti, corroborati dall’ambiente culturale frequentato dallo stesso Buñuel, il regista iniziò a concentrarsi su tematiche che diverranno i suo cavalli di battaglia: il sesso, e la critica anti borghese e anti clericale. Qui di seguito tre curiosità sui suoi film e sulla sua persona, sicuramente non convenzionale.
1. Luis Buñuel è stato condannato dalla giustizia italiana
Come dicevamo, Buñuel ha fatto dell’anti clericalismo uno dei temi fondanti delle sue opere, che ha trovato probabilmente il suo climax con il film “Viridiana” (1960). La pellicola racconta le vicende legate a una giovane ragazza che sta prendendo i voti per diventare suora. Durante il suo percorso di noviziato viene mandata dalla Madre Superiore a trovare lo zio, unico suo parente ancora in vita. Questo incontro sancirà l’inizio di una serie di vicende, dove sesso, tabù, differenze sociali e religione si mischiano, raggiungendo il culmine in scene particolarmente spinte e blasfeme. Il film venne distribuito anche in Italia. Iil giornale del Vaticano, l’Osservatore Romano, si infuriò per la diffusione della pellicola, protestando e chiedendo la condanna del regista. In seguito all’esposto Buñuel venne condannato in contumacia per il reato di “vilipendio alla religione di stato“. Divenendo un pregiudicato agli occhi della giustizia italiana. Il DVD dell’iconico e blasfemo “Viridiana” potete trovarlo a buon prezzo cliccando QUI.
2. I film “Le chien andalou” e “L’âge d’or” li ha scritti con Salvador Dalì
Oltre a poter vantare amicizie con personaggi e artisti del calibro di Federico Garcia Lorca e Rafael Alberti, Luis Buñuel ha fatto inoltre parte dell’iconico movimento surrealista che ha scosso e ribaltato il mondo dell’arte durante buona parte del ventesimo secolo. In questo ambito è entrato in contatto con uno dei geni più iconici di questa corrente artistica: Salvador Dalì. Con lui scriverà la sceneggiatura dei film sopracitati, nel primo caso partendo da zero e in “L’âge d’or” basandosi su degli scritti del Marchese De Sade. Buñuel, Dalì, De Sade: un dream team per un film sicuramente d’impatto!
3. L’odio per il successo e la vittoria dell’Oscar con “Il fascino discreto della borghesia”
Nel 1973 Buñuel vince l’Oscar al miglior film straniero alla seconda nomination (dopo quella del 1970 per “Tristana“). Lo vinse con “Il fascino discreto della borghesia“, film che riunisce nella maniera migliore edequilibrata i temi cari a Buñuel. Il regista ebbe per tutta la sua carriera un rapporto difficile con il successo. Spesso intravedeva nel mondo del cinema tratti e dinamiche comuni a quello borghese, che lui criticava fortemente nelle sue opere. Nonostante questo accettò il maggior riconoscimento in campo cinematografico, dichiarando però: “Nulla mi disgusta moralmente più di vincere un Oscar“. Se non ci credete, potrete vedere la sua espressione durante la consegna del premio nel video qui di seguito:
Se vi sono piaciute queste curiosità continuate a seguirci sulle pagine facebook dello SDAC Magazine e della SDAC. Qui di seguito vi lasciamo qualche piccolo consiglio per gli acquisti, selezionati dalla nostra direzione. Un modo per approfondire il cinema di Buñuel ed ampliare la propria collezione di film:
Collezione Luis Buñuel: “Tristana“, “Nazarin“, “Los Olvidados“.
Luis Buñuel Collection: 3 BOX, 8 DVD
A.M.