Oggi compie 73 anni il Maestro John Carpenter. Uno dei registi più amati dagli appassionati di cinema di tutto il mondo. Carpenter durante la sua carriera ha girato pellicole di diverso genere, pur mantenendo sempre i tratti distintivi della sua regia e della sua particolare narrazione.
Nella sua filmografia e all’interno delle stesse pellicole si mischiano con una giusta alchimia orrore (“Halloween” del 1978, “La cosa” del 1982), azione (“Grosso guaio a China Town” del 1986, “Il signore del male” del 1987), ironia (“Avventure di un uomo invisibile” del 1992) e critica verso i valori del sistema sociale moderno (“Essi vivono” del 1988, “1997 – Fuga da New York” del 1981). I suoi film sono quasi sempre incentrati sul vuoto lasciato dalla mancanza di valori nella società e le conseguenze di questo fattore: la mancanza di uguaglianza, l’ombra dell’autoritarismo violento dello stato, repressione psicologica, il crollo dell’istituzione familiare, il rischio del nichilismo anarchico, la solitudine e la sfiducia nel prossimo.
Fin dagli albori poco considerato negli Stati Uniti, suo paese di origine, viene “scoperto” dai francesi con il film “Distretto 13 – Le Brigate della morte” del 1976. Questo film sarà il suo trampolino di lancio. Anche se per molto tempo non riuscirà del tutto a scrollarsi di dosso del tutto l’etichetta di regista da “B Movie”, soprattutto in patria, nonostante l’Oscar vinto nel 1971 per il miglior cortometraggio.
Forse perché Carpenter ha sempre prediletto un cinema “pop”, diretto, che arriva come un pungo in faccia. Scandalizza (come la sequenza della morte di una bambina proprio in “Distretto 13”), critica ferocemente il contesto e i suoi partecipanti, ma nello stesso tempo riesce ad inserire una vena ironica che riporta tutto a una dimensione “familiare”, amplificando il valore comunicativo delle suo opere. Lontano dal mondo patinato del jet set e dagli ambienti hollydoodiani.
E noi lo amiamo così. Auguri Maestro!