Lo scorso 12 Maggio 2020 si è spenta una delle leggende del cinema e del teatro francese: Jacques Daniel Michel Piccoli.
Ad annunciare la triste notizia su France Press è stato l’amico ed ex-presidente del Festival di Cannes, Gilles Jacob.
Michel Piccoli, attore, sceneggiatore, regista e produttore si è spento all’età di 94 anni a causa di un ictus.
Il cineasta ha dedicato la sua vita all’arte e alle battaglie ideologiche. Attivista all’interno del Partito Comunista Francese (Parti communiste français) ha manifestato apertamente contro le dittature in America Latina, la guerra del Vietnam, il blocco sovietico e il partito di estrema destra Le Front National.
Piccoli frequentò i più grandi intellettuali a Saint Germain des Pres, tra cui Boris Vian e Jean-Paul Sartre, qui conobbe la cantante Juliette Gréco, che fu sua moglie per 11 anni. Dimostrò talento nel teatro entrando in contatto con i più grandi registi teatrali, Peter Brook, Patrice Chéreau e André Engel, e si esibì con la compagnia Renaud-Barrault e al Théâtre de Babylone.
Figlio del violinista di origine italiana, Henri Piccoli, e di Marcelle Expert-Bezancon, pianista francese, nacque a Parigi il 27 dicembre 1925. Le prime avvisaglie del suo futuro artistico vennero riscontrate all’età di 9 anni grazie alla scoperta del teatro mentre studiava a Compiegne: sul palco interpretò un personaggio di una delle fiabe più note di Andersen: Les habits neufs de l’empereur.
Il suo esordio cinematografico avvenne nel 1945 con “Sortilèges” di Christian-Jaque. L’anno 1954 lo vide affermarsi con “French cancan” di Jean Renoir e l’anno dopo con “Les grandes manœuvres” di René Clair.
Nel 1956 iniziò il sodalizio con Luis Buñel ne “La mort en ce jardin” proseguendo, poi, nella realizzazione delle pellicole “Belle de jour” (1967) e “Le charme discret de la bourgeoisie” (1972), in cui i tagli grotteschi e surreali si sposarono con le doti eclettiche dell’attore. Cinquant’anni dopo, nel 2011, sempre in chiave anticlericale, Piccoli interpretò un papa logorato dai dubbi e schiacciato dal peso dell’incarico in “Habemus papam” di Nanni Moretti, per il quale vinse il David di Donatello.
L’altro incontro importante fu quello nel 1963 con Jean-Luc Godard per “Le mépris”, con Brigitte Bardot come partner, tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, in cui Piccoli interpretò uno sceneggiatore impegnato nella realizzazione di un film sull’Odissea.
Proseguirono i crescenti successi dell’attore sul grande schermo in film di registi del calibro di Alain Resnais ne “La guerre est finìe” del 1965 e Alfred Hitchcock, dove, in “Topaz” (1969), recitò il personaggio Jacques Granville. Tra le sue migliori interpretazioni nella produzione italiana svettano quelle di Marco Ferreri: “Dillinger è morto” del 1969 e “La grande bouffe” del 1973, feroce critica alla società dei consumi e del benessere, fischiato al Festival di Cannes e tagliato dalla censura. Con “Salto nel vuoto” del 1980 di Marco Bellocchio, vinse a Cannes il premio come miglior attore protagonista.
Tra gli altri autori francesi più significativi con cui ha collaborato non si possono dimenticare Claude Sautet nel suo celebre “Les choses de la vie” del 1970 accanto a Romi Schneider e Claude Chabrol ne “Les noces rouges” del 1973.
Da ricordare anche le sue apparizioni nei film di Leos Carax, tra cui quella in “Holy Motors” del 2012. Dopo “Les créatures” (1966), collaborò nuovamente nel 1995 con Agnès Varda nel ruolo del protagonista Simon Cinéma ne “Les cent et une nuits de Simon Cinéma”, pellicola omaggio al centenario della storia del cinema.
Notevoli le sue performance anche in “Adieu Bonaparte” (1985) di Youssef Chahine e “Jardins en automne” (2006) di Otar Iosseliani. Piccoli è stato protagonista nelle pellicole di Manoel de Oliveira: “Je rentre à la maison” (2001) e “Belle toujours” (2006). Durante la sua carriera ha collaborato con registi emergenti francesi, tra cui Jacques Doillon ne “La fille prodigue” del 1981, con risultati acclamati da critica e pubblico. Nel 1982 vinse a Berlino l’Orso d’argento per “Une étrange affaire” di Pierre Granier-Deferre.
Nel 1997 Piccoli passò per la prima volta dietro la macchina da presa e realizzò “Alors voilà”, seguito da “La plage noire” (2001) e “C’est pas tout à fait la vie dont j’avais rêvé” (2005). Nel 2015 ha pubblicato la sua autobiografia: “J’ai vécu dans mes rêves”.
Dal 1980 era sposato con la sceneggiatrice Ludivine Clerc che lo ha accompagnato nel suo ultimo viaggio.
Dopo questo breve ma intenso elenco di film e avvenimenti che hanno costellato il lungo percorso di vita di Piccoli, vi riportiamo il personale ricordo dell’attore francese di Nanni Moretti: “È stato un grandissimo privilegio lavorare con una persona e un attore come Michel Piccoli. Sono quelle fortune che capitano una volta nella vita. L’avevo incontrato brevemente sul set di un film di Peter Del Monte, “Compagna di viaggio”. Molti anni dopo il 14 agosto del 2009, partii insieme al mio aiuto regista per Parigi con il vestito bianco del Papa dentro una valigia. Gli feci un provino nell’ufficio del mio co-produttore francese. Naturalmente non era un provino per misurare le sue qualità artistiche ma per capire se poteva recitare un intero film in italiano, dato che non prendevo nemmeno in considerazione l’idea di doppiarlo. Durante le riprese è sempre stato disponibile, generoso, mai capriccioso, e ha capito al volo cosa volessi raccontare attraverso la figura di quel Papa così umano e sofferente. Per noi spettatori è un grande dolore, se ne va un gigante del cinema e del teatro.” (da Repubblica)
Vi lasciamo qui sotto “Les choses de la vie” (L’amante) del 1970, in versione integrale e doppiato in italiano, completamente free su YouTube, crediamo che guardare uno dei suoi film sia il miglior modo per ricordare il grande Michel Piccoli.
Adieu Michel.
Serena Musante