“Gretel e Hansel” ci racconta che l’orrore è fuori dal bosco

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Il terzo film dell’attore e regista Oz Perkins, rielabora la storia di Hansel e Gretel, evidenziando i tratti gotici presenti nella fiaba originale dei Fratelli Grimm. Aggiungendo un elemento che non può passare inosservato.

Il film, già dal titolo, ci dice che qualcosa è cambiato. Gretel prima di Hansel, la figura femminile al pari, o superiore, a quella maschile. Ma andiamo per ordine. La pellicola apre con la narrazione di una fittizia leggenda germanica: La bambina dal cappello rosa. Una giovane figlioletta salvata da una grave malattia grazie alla perseveranza del padre. Ritornerà dal bosco, luogo dove è stata curata da un’oscura signora, per uccidere con dei poteri sovrannaturali vari abitanti del villaggio. Fra cui anche il genitore che l’ha salvata. Per questo verrà confinata dalla comunità per sempre nella foresta. In balia di sé stessa.

L’oscura signora, che guarisce dal suo male la Bambina dal cappello rosa.

Dopo questo interessante pitch, sostenuto da una profonda e misteriosa voce narrante, ci imbattiamo in Gretel (interpretata da una giovane quanto brava Sophia Lillis), che si avvia ad un appuntamento di lavoro presso il villaggio più vicino. Il contesto è medievale, gotico, con inquadrature geometricamente perfette, fisse, quasi a sembrare dei dipinti. Ricorre il simbolo del triangolo, emblema dell’uomo e della donna. Gretel è costantemente seguita dall’ingenuo fratellino Hansel (Samuel Laekey), che la ritiene il suo unico punto di riferimento. Le loro condizioni di vita sono pessime. Il padre è morto e la madre sull’orlo della follia. Come a sottolineare la presenza di un pressante unheimlich domestico di kubrickiana memoria. Ma questo non è l’unico tratto narrativo in comune con il capolavoro dell’orrore Shining. film Gretel e Hansel

La strega e la scoperta di sé, fra le responsabilità della vita e un mondo violento e colonizzatore.

Gretel si presenta al colloquio di lavoro per la mansione di domestica, da sola. Ci impiegherà poco tempo a capire che non dovrà occuparsi solo delle mansione casalinghe, in caso di assunzione. L’anziano nobile si rivela subito come un viscido sopraffattore, chiedendogli se la sua dote è ancora intatta. Facendo intendere che il rapporto da lui proposto non sarà esclusivamente di carattere lavorativo. Gretel rifiuta categoricamente e abbandona l’incontro, dicendo addio anche alla possibilità di ottenere uno stipendio e una collocazione dignitosa e stabile. film Gretel e Hansel

Gretel e Hansel si rassicurano durante il girovagare per boschi.

Sulla via di casa incontra Hansel e insieme si dirigono verso la loro abitazione, dove la madre, una volta compreso che la figlia non ha accettato l’offerta di lavoro, brandisce un’ascia, dicendo ad entrambi che li avrebbe fatti a pezzi se non avessero immediatamente abbandonato la casa natale. Da qui in poi i due affronteranno un disperato girovagare, che li farà imbattere in alcuni personaggi mostruosi e ad un uomo devoto alle strutture di potere del tempo: meno viscido e terrificante dell’anziano nobile, ma comunque oppressore. Fino all’incontro con una tetra casa nel bosco. La dimora di una strega.

L’orrore è fuori dal bosco.

Tutta la pellicola verte su il personaggio di Gretel e sulla sua ricerca di identità. Una giovane donna, ancora minorenne per gli standard odierni, che si divide fra l’integrità morale, il bisogno di custodire il fratellino e la volontà di trovare la propria strada. In un mondo con ruoli delineati in modo violento. Paradossalmente l’incontro con quella che dovrebbe essere l’antagonista per eccellenza, la strega, risulta quasi salvifico. L’oscura signora, magistralmente interpretata da Alice Krige (Silent Hill, Lonely Hearts, L’Apprendista Stregone), rappresenta lo stereotipo di un femminismo integralista. Con questo atteggiamento riesce a far breccia nella scorza di Gretel, convincendola a scavare dentro di sé. Liberandosi dai dettami della società e incentivando l’utilizzo di alcuni poteri, a sua detta, che risiedono in lei. Sacrificando però l’amore nei confronti del fratellino.

Una delle visioni di Gretel, che si susseguono per tutto il film.

Il film procede fra alti e bassi, con vari sezioni che vorrebbero essere introspettive ma che in realtà si limitano a visioni oniriche. Il ritmo scende ma poi si rialza dignitosamente, con un finale inaspettato, che riassume in modo equilibrato tutte le istanze presenti nella pellicola. Una fiaba gotica, girata magistralmente, con un ottimo lavoro di fotografia. E ci dice che se nella foresta c’è qualcosa di terribile, forse è meglio affrontarlo, perché l’orrore vero risiede fuori dal bosco. Il film lo potete trovare su Amazon Prime Video. film Gretel e Hansel

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