In occasione del compleanno di Alex Proyas, regista, sceneggiatore e produttore australiano, vi raccontiamo qualche curiosità sul suo film più celebre: Il Corvo (1994). Il Corvo Alex Proyas
La pellicola, divenuta un cult, si è macabramente consacrata dopo la morte sul set dell’attore protagonista Brandon Lee. Questo ha contribuito sicuramente a renderla ancora più iconica agli occhi degli appassionati, ma visti i fiumi di inchiostro (reali e virtuali) spesi a raccontare la vicenda, cercheremo di bypassarla. Raccontandovi altri tipi di curiosità, sicuramente più inedite.
Il peso e il trucco da Corvo
Brandon Lee, per interpretare il ruolo di Eric Draven, perse sette kili. Inoltre ad inizio riprese, non contento dell’effetto artefatto del trucco, decise di truccarsi personalmente ogni sera prima di andare a dormire, per dare un’effetto più realistico alla pittura facciale. Quando si dice, calarsi nel personaggio.
Il film doveva avere in regia un’italiano?
Da molto tempo si vocifera che la produzione fosse intenzionata ad affidare la regia del film ad un italiano: Dario Argento. Questa teoria è sostenuta dal fatto che l’artista italiano avesse girato quattro anni prima, insieme a George A. Romero, la trasposizione di due racconti di E.A. Poe, e che per questo fosse perfetto per girare un ulteriore prodotto ispirato ai racconti dello scrittore di Baltimora. Questa teoria, però, non è mai stata confermata. Indagheremo!
Il protagonista non doveva essere Brandon Lee
Come molte altre pellicole (L’Esorcista, Poltergeist) Il Corvo negli anni ha sviluppato la nomea di film maledetto. Il primo tragico decesso legato alla pellicola, arriva nella fase di pre-produzione. Il ruolo di protagonista fu proposto a River Phoenix, che però morì di lì a poco. Ovviamente si tratta solo di tragiche conseguenze. Ne approfittiamo per ricordare questo grande attore, morto troppo giovane.
Il Corvo nel futuro
Alla fine degli anni 90′ i produttori decisero di girare un film del Corvo ambientato nel futuro. Il titolo doveva essere The Crow, 2037. In cabina di regia l’eccentrico Rob Zombie, che all’epoca doveva ancora girare il suo primo film La casa dei 1000 corpi. Il progetto naufragò miseramente e dopo qualche anno la sceneggiatura venne addirittura rilasciata in rete. Periodicamente, ancora oggi, assistiamo a qualche strampalata idea di replicare il successo del 1994. Per ora nessuno di questi progetti è andato in porto (ad esclusione dell’unico sequel ufficiale, quello del 1996, stroncato comunque da pubblico e critica).
Un Corvo in bianco e nero
Il regista Alex Proyas voleva girare il film in bianco e nero, per renderlo più fedele al fumetto di James O’Barr. La produzione si oppose, prevalentemente per questioni di marketing legate al film. Di conseguenza solo i flashback vennero girati con questa tecnica.