Zerocalcare è uno dei fumettisti più amati negli ultimi anni. Con lui il fumetto è andato oltre il pensiero soggettivo, riuscendo a parlare ad un’intera generazione. Ci si chiede, però, se la stessa cosa possa accadere anche attraverso il linguaggio cinematografico. Segue l’articolo di approfondimento a cura di Riccardo Raffo.
Zerocalcare, lo sguardo del fumetto generazionale verso un nuovo genere del cinema italiano
“Cos’è il fumetto generazionale?” con questa domanda si è aperto l’incontro con gli autori Zerocalcare e Nova durante il Cine&Comic Fest. Per quanto la domanda possa sembrare strana, essa interpella l’essenza più profonda dei fumetti di questi due artisti. Infatti, parlando di Zerocalcare, egli utilizza spesso dei riferimenti alla cultura pop anni ‘80 e ‘90 per decodificare la realtà che lo circonda. Nel fumetto generazionale infatti, la citazione non è mai fino a se stessa, ma si porta con sé episodi personali dell’autore stesso affinché questi possano prendere una forma oggettiva riconosciuta dai lettori che hanno vissuto lo stesso periodo storico o hanno, in qualche modo, accesso a quel tipo specifico di cultura. Ovviamente non si sta parlando di uno stile narrativo strettamente elitario ma di un utilizzo della cultura pop come vero e proprio contenitore dei dubbi, paure e incertezze di un’intera generazione. Lo stesso stile narrativo, pur poggiando le sue basi citazionistiche in uno specifico periodo storico, riesce comunque ad andare oltre la barriera dell’età.
A volte, come ha ammesso Zerocalcare stesso, alcuni fan dei suoi libri provengono da generazioni diverse, che però sono rimaste attratte dal suo stile e dalla sua originalità. Non a caso, se quasi ogni decennio ha avuto il suo “fumetto generazionale”, si pensi solo a Bonvicini per gli anni ‘60, nel nuovo millennio Zerocalcare potrebbe benissimo diventare il punto di riferimento fumettistico assoluto per tutti coloro che sono nati e cresciuti tra gli anni ‘80 e ‘90 e non solo.
Lo stesso discorso di generazione lo si può fare in ambito cinematografico, anche se la situazione, almeno sul suolo nazionale, sembra piuttosto precaria. Infatti in Italia si è notato sempre di più quanto continui a mancare, soprattutto negli ultimi anni, un certo tipo di cinema generazionale che le persone possano apprezzare e in cui si possano riconoscere. Durante l’incontro, Zerocalcare ha annunciato l’imminente arrivo del film tratto dalla sua prima graphic novel “La profezia dell’ armadillo” (Bao publishing, 2011) di cui lui ha curato la sceneggiatura, e di un suo probabile debutto nel mondo dell’animazione.
Che sia l’inizio di un nuovo periodo culturalmente interessante per il cinema italiano? Che da qui si possa fondare un nuovo genere di cinema generazionale di cui si sente il bisogno? Questo non lo sappiamo, di sicuro le basi letterarie da cui si parte sono più che ottime e soprattutto originali, il dubbio che nasce spontaneo è che se quell’ immediatezza e semplicità si possono trovare sfogliando le pagine di questo autore possa tradursi in maniera altrettanto efficace sul grande schermo, oppure se il nostro caro Zero debba vedersela con un cambio di stile inevitabile dovuto al nuovo tipo di media. Di sicuro nelle mani di questo autore si sono riposte in passato le speranze di una generazione che si è riuscita a vedere descritta e divertita tra le pagine di un fumetto, speriamo che in futuro la stessa cosa possa succedere sul grande schermo.
Zerocalcare è uno dei fumettisti più amati negli ultimi anni. Con lui il fumetto è andato oltre il pensiero soggettivo, riuscendo a parlare ad un’intera generazione. Ci si chiede, però, se la stessa cosa possa accadere anche attraverso il linguaggio cinematografico. Segue l’articolo di approfondimento a cura di Riccardo Raffo.
Zerocalcare, lo sguardo del fumetto generazionale verso un nuovo genere del cinema italiano
“Cos’è il fumetto generazionale?” con questa domanda si è aperto l’incontro con gli autori Zerocalcare e Nova durante il Cine&Comic Fest. Per quanto la domanda possa sembrare strana, essa interpella l’essenza più profonda dei fumetti di questi due artisti. Infatti, parlando di Zerocalcare, egli utilizza spesso dei riferimenti alla cultura pop anni ‘80 e ‘90 per decodificare la realtà che lo circonda. Nel fumetto generazionale infatti, la citazione non è mai fino a se stessa, ma si porta con sé episodi personali dell’autore stesso affinché questi possano prendere una forma oggettiva riconosciuta dai lettori che hanno vissuto lo stesso periodo storico o hanno, in qualche modo, accesso a quel tipo specifico di cultura. Ovviamente non si sta parlando di uno stile narrativo strettamente elitario ma di un utilizzo della cultura pop come vero e proprio contenitore dei dubbi, paure e incertezze di un’intera generazione. Lo stesso stile narrativo, pur poggiando le sue basi citazionistiche in uno specifico periodo storico, riesce comunque ad andare oltre la barriera dell’età.
A volte, come ha ammesso Zerocalcare stesso, alcuni fan dei suoi libri provengono da generazioni diverse, che però sono rimaste attratte dal suo stile e dalla sua originalità. Non a caso, se quasi ogni decennio ha avuto il suo “fumetto generazionale”, si pensi solo a Bonvicini per gli anni ‘60, nel nuovo millennio Zerocalcare potrebbe benissimo diventare il punto di riferimento fumettistico assoluto per tutti coloro che sono nati e cresciuti tra gli anni ‘80 e ‘90 e non solo.
Lo stesso discorso di generazione lo si può fare in ambito cinematografico, anche se la situazione, almeno sul suolo nazionale, sembra piuttosto precaria. Infatti in Italia si è notato sempre di più quanto continui a mancare, soprattutto negli ultimi anni, un certo tipo di cinema generazionale che le persone possano apprezzare e in cui si possano riconoscere. Durante l’incontro, Zerocalcare ha annunciato l’imminente arrivo del film tratto dalla sua prima graphic novel “La profezia dell’ armadillo” (Bao publishing, 2011) di cui lui ha curato la sceneggiatura, e di un suo probabile debutto nel mondo dell’animazione.
Che sia l’inizio di un nuovo periodo culturalmente interessante per il cinema italiano? Che da qui si possa fondare un nuovo genere di cinema generazionale di cui si sente il bisogno? Questo non lo sappiamo, di sicuro le basi letterarie da cui si parte sono più che ottime e soprattutto originali, il dubbio che nasce spontaneo è che se quell’ immediatezza e semplicità si possono trovare sfogliando le pagine di questo autore possa tradursi in maniera altrettanto efficace sul grande schermo, oppure se il nostro caro Zero debba vedersela con un cambio di stile inevitabile dovuto al nuovo tipo di media. Di sicuro nelle mani di questo autore si sono riposte in passato le speranze di una generazione che si è riuscita a vedere descritta e divertita tra le pagine di un fumetto, speriamo che in futuro la stessa cosa possa succedere sul grande schermo.